È come un terremoto che ha fatto tremare l’economia statunitense. Ma non è stata una scossa di assestamento. Piuttosto un monito, presagio di una recessione e di una crisi sociale che possono travolgere gli Stati Uniti, un Paese sul quale si è abbattuto il virus già costato oltre 6 mila morti.
L’economia Usa nel mese di marzo ha perso 701.000 posti di lavoro, ben oltre le attese. Il tasso di disoccupazione risale al 4,4% dal 3,5% di febbraio. Il dato è il peggiore dal maggio del 2009, quando fu raggiunto il picco della disoccupazione in seguito alla crisi finanziaria.
È anche il primo declino nella crescita dell’occupazione negli Stati Uniti dal 2010, quando al termine della crisi cominciò una striscia positiva durata fino ad oggi.