Continua a salire il prezzo del petrolio in seguito all’assassinio del generale iraniano Qasem Soleimani a Baghdad.
In avvio di settimana a New York il greggio è stato scambiato a 64,3 dollari al barile con un aumento del 2% rispetto a venerdì, quando già era salito di oltre tre punti percentuali. I futures sul Brent europeo hanno oltrepassato la soglia psicologica dei 70 dollari, in crescita del 2,3%.
Le tensioni in Medio Oriente sostengono anche gli acquisti sui ‘beni rifugio’ come l’oro: rispetto alla chiusura di venerdì il metallo prezioso lunedì 6 gennaio è salito sui mercati internazionali dell’1,6% a 1.574 dollari l’oncia.
La volatilità è dovuta alla mancanza di una risposta alla domanda su come l’Iran risponderà alla morte di Soleimani. E non è escluso un possibile attacco agli impianti petroliferi nella regione del Golfo Persico.