Una macchia rossa nell’acqua del fiume Ambarnaya che ferisce il Circolo polare artico. La fuoriuscita di 20 mila tonnellate di petrolio è stata disastrosa e ha costretto il presidente russo Vladimir Putin a chiedere lo stato di emergenza per Norilsk, in Siberia, il 4 giugno.
L’incidente si è verificato quando un serbatoio di carburante in una centrale elettrica vicino alla città di Norilsk è crollato venerdì 29 maggio. L’impianto è di proprietà di una filiale di Norilsk Nickel, leader mondiale nella produzione di nichel e palladio. Secondo quanto riferito, il gasolio fuoriuscito ha già contaminato 350 chilometri quadrati.
Il Wwf ha descritto il disastro come il secondo più grande della storia russa moderna dopo quella del 1994 nella regione nord-occidentale di Komi. Sergej Verkhovets, coordinatore dei progetti artici per il Wwf Russia, ha spiegato che ci saranno conseguenze catastrofiche. Elena Panova, viceministro russo delle Risorse nazionali e dell’ambiente, ha precisato che ci vorranno almeno 10 anni perché l’ecosistema locale si riprenda.