“Non possiamo accettare che il nostro partner americano ci venda il suo Gnl (gas naturale liquido, ndr) a un prezzo quatto volte superiore a quello al quale vende agli industriali americani”. Lo ha detto il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, aggiungendo che “la guerra in Ucraina non deve sfociare in una dominazione economica statunitense e a un indebolimento dell’Ue. E per questo dobbiamo trovare rapporti economici più equilibrati tra i nostri alleati americani e il continente europeo”.
Stando a un report della società Refinitiv citato da Reuters nei primi sei mesi del 2022, gli Usa avrebbero inviato all’Europa il 68% del loro export di Gnl, per un totale di 39 miliardi di metri cubi di metano da rigassificare, sottraendolo ad Asia e America Latina. A inizio luglio Reuters riportava prezzi medi di 34 dollari per milioni di unità termiche britanniche (mmBtu) contro i 30 dell’Asia e i 6,12 dollari del gas Usa.
I prezzi del Gnl americano sono raddoppiati rispetto al 2021. In estate sono ulteriormente saliti fino al livello di quasi 60 dollari per mmBtu in Europa. Sempre secondo Refinitiv, a settembre - dopo un parziale calo estivo - i flussi verso l’Europa sono ripartiti su livelli molto elevati. A un prezzo comunque di 57,8 dollari nel Vecchio Continente e di appena 8 dollari negli Stati Uniti. In termini percentuali, tra il 2021 e il 2022, la quota delle importazioni europee di Gnl americano è passata dal 28% al 45%. Occorre poi considerare che al costo di acquisto occorre aggiungere un problemino di non poco conto: va trasformato dallo stato liquido a quello gassoso. Il che va a gonfiare ulteriormente il costo effettivo.