La Turchia prosegue la sua scalata energetica, mentre l’economia domestica continua a sembrare sull’orlo del collasso (l’inflazione è all’84%). “La nostra nave di perforazione Fatih ha scoperto (nel Mar Nero) 58 miliardi di metri cubi di riserve di gas naturale a una profondità di 3.223 metri”, ha detto Recep Erdogan.
La quantità appena individuata non è particolarmente ingente (basti pensare che il fabbisogno annuo dell’Italia è pari circa ai 70-75 miliardi di metri cubi), ma va ad aggiungersi alle scoperte degli ultimi mesi sempre nel Mar Nero, dove l’attuale riserva di gas turco aumenta di 170 mld di mc e raggiunge un totale di 710 mld di mc.
Il presidente turco ha poi sottolineato che “siamo determinati a garantire che la Turchia sia il centro energetico del Caspio, del Mediterraneo e del Medio Oriente”. La citazione delle aree geografiche non è affatto casuale.
Del resto, Ankara rivendica una zona commerciale esclusiva anche a nord di Cipro, dove si trova il più grande giacimento del Mediterraneo e uno dei più grandi del mondo, conteso anche da Libano e Israele (con i due paesi che di recente hanno raggiunto un accordo di collaborazione per il suo sfruttamento).
Inoltre, la Turchia è al centro del passaggio dei gasdotti che dall’area del Caspio (in particolare dall’Azerbaijan) e dalla Russia arrivano all’Europa. Ankara sembra avere tutte le carte in regola per diventare il principale hub energetico del Mediterraneo.