“Ascolterò i cittadini, ma la Francia ha bisogno di una grande transizione energetica”. Dopo le manifestazioni di protesta – che hanno bloccato per due settimane le strade in tutto il paese transalpino per protestare contro gli aumenti delle tasse sui carburanti - Emmanuel Macron risponde così ai “gilet gialli” e annuncia un "grande dibattito nazionale" e "una concertazione sul territorio" sul tema della transizione ecologica.
“Abbiamo fatto troppo poco sul clima", ha detto Macron presentando il suo piano per l'energia che prevede l'abbandono dei combustibili fossili, la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2022, lo sviluppo delle rinnovabili e la riduzione della quota di energia nucleare del 50% entro il 2035: 14 dei 58 reattori attualmente operativi saranno chiusi entro il 2035.
Il presidente francese ha spiegato di non volere "una Francia a due velocità". "Dobbiamo ascoltare le proteste e l'allarme sociale senza rinunciare alle nostre responsabilità, perché c'è anche un allarme ambientale", ha precisato Macron che ha poi lanciato un ammonimento: “Non si può essere un giorno a favore dell'ambiente e quello dopo contro l'aumento dei prezzi del carburante”.
Tradotto, il prezzo di benzina e gasolio aumenterà. Ma la partita con i “gilet gialli” non è ancora chiusa.