Non è esattamente il posto dove ti immagineresti coltivazioni di insalate e pomodori. Eppure, la fredda Islanda è diventata da qualche anno produttrice di ortaggi, raggiungendo in alcuni settori l’autosufficienza alimentare.
Merito delle serre, di un gruppo di imprenditori visionari e di una politica di stato che sta puntando sulla sostenibilità, l’energia pulita e la lotta al cambiamento climatico.
La terra di ghiaccio e fuoco è un avamposto sul fronte del riscaldamento globale. L’aumento delle temperature sta rapidamente cambiando i paesaggi di questa isola-stato a ridosso del Circolo polare artico: i ghiacci eterni si ritirano, nuove terre emergono, le specie marine cambiano in modo repentino.
Così, il paese che conta 339 mila abitanti, ha preso una scelta radicale. Riscaldamento dal vapore dei geyser. Coltivazioni in serre verticali. E anidride carbonica trasformata in roccia. La crisi della finanza, che nel 2008 aveva portato l’isola al fallimento, sembra lontana un secolo. Oggi l’Islanda è leader dell’economia verde.