Il nucleare costa troppo

I progetti di nuove centrali richiedono investimenti fino a 50 miliardi di euro, cifre fuori portata per la maggior parte delle utility europee

Il nucleare costa troppo

Il futuro dell’energia nucleare in Europa si scontra con più di un problema: tra questi, c’è quello dei costi di costruzione dei nuovi impianti. Un nuovo rapporto di S&P global ratings evidenzia le enormi sfide finanziarie che le utility europee devono affrontare per costruire nuovi reattori nucleari, con investimenti che possono raggiungere i 50 miliardi di euro per coppia di reattori.

E si consideri che la maggior parte dei reattori del continente ha superato i 40 anni di attività e dovrà essere dismessa entro il 2040, in un contesto che nel Vecchio continente appare eterogeneo: ad esempio, la Francia genera oltre il 70% della sua elettricità dal nucleare, mentre l’Italia, dopo il referendum del 1987, ha abbandonato questa fonte energetica, scegliendo però di importare energia elettrica dai paesi confinanti (e tra questi c’è la Francia).

Secondo S&P, il costo overnight per i nuovi reattori europei – ovvero il costo di costruzione escludendo gli oneri finanziari – supera i 10 milioni di euro per megawatt. Il caso più emblematico è forse quello del gigante francese Edf, la principale azienda elettrica in Europa, che sta costruendo due nuove centrali nucleari. Entrambi i progetti hanno subito ritardi e aumenti dei costi rispetto ai piani iniziali, tanto che l’affidabilità creditizia del colosso è sensibilmente peggiorata

La situazione è così critica che – sottolinea S&P – “nessuna utility europea può attualmente intraprendere tali progetti senza meccanismi sostenuti dal governo”. Per questo motivo, i governi europei stanno sviluppando diversi meccanismi di finanziamento pubblico.

Questi strumenti finanziari fanno sì che il peso degli investimenti venga distribuito tra tutti i cittadini, sia attraverso la fiscalità generale che direttamente nelle bollette elettriche, per periodi che possono andare avanti per decenni. Il report sottolinea come, almeno in una fase iniziale, questa scelta potrebbe portare a un aumento dei costi dell’energia elettrica per i consumatori finali, considerando che il prezzo dell’elettricità dovrà essere sufficientemente alto da permettere il recupero degli investimenti iniziali.

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