Il diesel potrebbe essere razionato in Europa a causa di una carenza “sistemica”. L’allarme arriva dai principali produttori e commercianti che hanno parlato di un possibile razionamento del gasolio a causa delle sanzioni alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Sanzioni che significano per il comparto milioni di barili di petrolio importato in meno. Di fatto un buco nero nella fornitura di greggio da cui si ottiene, per distillazione frazionata, il gasolio (anche chiamato diesel).
L’Europa importa circa la metà del suo diesel dalla Russia e il resto dal Medio Oriente. Molte raffinerie europee importavano poi dalla Russia anche i semilavorati per produrre il diesel, come il gasolio sottovuoto (Vgo). Se è vero che la Commissione Europea, al momento, non ha posto un embargo ai combustibili russi va detto che l’import di petrolio e derivati da Mosca è scemato.
Tra i gruppi europei che hanno tagliato gli acquisti in Russia ci sono Eni, Shell, Bp, Total Energies, Repsol e Galp, solo per citarne alcuni. Di conseguenza le scorte di petrolio e diesel sono crollate ovunque e in Europa sono ai minimi stagionali da 15 anni a questa parte. In questo scenario i raffinatori di petrolio europei saranno probabilmente costretti a tagliare la produzione di diesel mentre si affrettano a trovare alternative all’oro nero russo. Per capire il danno al comparto basta sapere che la sola Italia importava 2,5 milioni di barili di greggio al giorno dalla Russia.