In quattro si spartiscono buona parte del mercato globale del farmaco. Ma ora Oxfam li mette sotto accusa. Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott stanno mettendo a rischio la salute dei cittadini. In che modo? Eludendo il fisco.
Secondo l’organizzazione, in questo modo si privano i governi di rilevanti risorse finanziarie che potrebbero essere investite nel potenziamento dei sistemi sanitari pubblici. E, per questo, i big-four starebbero compromettendo l’accesso a farmaci essenziali per milioni di persone.
Le multinazionali prese in esame hanno prodotto ricavi pari a 1.800 miliardi di dollari nel decennio 2006-2015. Ma i margini medi degli utili di Pfizer, Merck, Johnson & Johnson e Abbott, al lordo delle imposte, sono risultati piuttosto modesti: rispettivamente del 7% e del 5% nel triennio 2013-2015. Eppure, i quattro colossi hanno dichiarato alla Consob statunitense profitti annui ben più elevati.
Cosa è successo? Oxfam ha trovato traccia dei profitti in quattro paradisi fiscali societari (Belgio, Irlanda, Paesi Bassi e Singapore) e ha riscontrato in tali Paesi margini medi di profitto prima delle imposte pari al 31%. Ciò significa che il potenziale trasferimento degli utili verso giurisdizioni a fiscalità più favorevole potrebbe aver comportato nelle economie avanzate ammanchi fiscali pari a 3,7 miliardi di dollari su base annua nel triennio 2013-2015. Per l'Italia, in cui il margine di utili pre-imposte è risultato in media del 6%, la sotto-contribuzione fiscale da parte dei 4 colossi potrebbe aver causato una perdita annua da 270 milioni.
Nel caso dei paesi in via di sviluppo – sette quelle esaminati nel rapporto – i numeri scendono a 112 milioni l’anno. Non molto, ma abbastanza per vaccinare 10 milioni di donne contro il virus che causa il tumore alla cervice uterina, una delle neoplasie più pericolose, responsabile della morte, nel mondo, di una donna ogni due minuti. E, di queste, circa il 90% risiedevano nei Paesi in via di sviluppo.
In più il costo dei farmaci ha conosciuto un'impennata negli ultimi anni. Nel 2017, i prezzi di sette dei nove farmaci più venduti negli Usa da Pfizer, Merck e Johnson & Johnson sono saliti più del 10%. E, qui, entrano in gioco le lobby: soltanto negli Stati Uniti le case farmaceutiche spendono ogni anno una cifra pari a 200 milioni per le “relazioni istituzionali”. E lo fanno con un plotone di 1.500 persone.