L’Italia perde quasi 10,4 miliardi di euro l’anno di gettito che dovrebbe andare all’Erario (il 2% del totale) per colpa dei paradisi fiscali: tre dei quali in piena Europa, e due fanno parte dell’Unione.
I primi sei paradisi fiscali al mondo, secondo il “Corporate tax haven index” 2021 pubblicato da Tax Justice Network, sono in ordine di rilevanza le Isole Vergini Britanniche, le Isole Cayman e Bermuda, Paesi Bassi, Svizzera, Lussemburgo. Qui si volatilizzano 200 miliardi di euro di tasse l’anno. Si tratta di una quota rilevante dei 360 miliardi di euro a cui ammonta l’evasione mondiale, pure stimata da Tax Justice Network in uno studio dello scorso novembre.
Una delle evidenze è che i Paesi che fanno parte dell’Ocse sono ai primi sei posti nella lista dei maggiori facilitatori di abusi fiscali. In ordine decrescente, si allude Isole Vergini Britanniche, Cayman e Bermuda – territori britannici oltremare – e poi Olanda, Svizzera e Lussemburgo. Seguono Hong Kong, Jersey (ancora Britannica), Singapore e al decimo posto gli Emirati arabi.
Per questo la ricerca parla di “un’elusione in larga parte legalizzata e in qualche modo protetta da Bruxelles, almeno finora”, e si appella alla giunta comunitaria per dare segnali di cambiamento.