Una nuova inchiesta giornalistica internazionale svela le ricchezze nascoste nei paradisi fiscali da migliaia di potenti di tutto il mondo. Ci sono 35 capi di Stato o di governo. Più di 300 politici di 90 novanta nazioni: ministri, leader di partito, parlamentari. Insieme a generali, capi dei servizi segreti, manager pubblici e privati, banchieri, industriali.
Le nuove carte, denominate Pandora Papers, documentano numerosi affari con i nomi dei beneficiari, finora tenuti segreti. L’elenco comprende il premier della Repubblica Ceca, il ministro olandese dell’Economia, l’ex capo del governo britannico Tony Blair, il Re di Giordania e presidenti in carica di Paesi come Ucraina, Kenya, Cile, ed Ecuador. Nella lista spiccano i nomi di celebrità dello sport, della moda e dello spettacolo. Ma ci sono anche criminali. Oligarchi russi. Ex terroristi. Bancarottieri. Narcotrafficanti. Camorristi e mafiosi.
Sono tutti clienti di 14 riservatissimi studi internazionali che fabbricano “offshore”. Cioè società collocate in giurisdizioni estere dove non esistono le tasse, oppure sono bassissime. Con un vantaggio rilevante: restare anonimi. E occultare le loro ricchezze al fisco e a tutti gli altri cittadini. Che quindi sono costretti a pagare anche per questi privilegiati i costi di sanità, sicurezza, scuole, strade, ferrovie, acquedotti e tutti i servizi essenziali finanziati dagli stati nazionali con le entrate fiscali.
L’inchiesta, coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists (che comprende 600 giornalisti e 150 testate), include più di 11,9 milioni di documenti con i nomi di oltre 29 mila beneficiari di società offshore.