Amazon Services UK – gestisce i centri che elaborano, impacchettano e spediscono le consegne ai clienti del Regno Unito - ha versato nel 2017 meno tasse nelle casse pubbliche britanniche rispetto all’anno precedente, nonostante abbia registrato un incremento dei profitti.
La multinazionale fondata da Jeff Bezos ha versato in riferimento al 2017 imposte per 1,7 milioni di sterline (7,4 mln nel 2016, anche se la "bolletta" dello scorso anno è pari a 4,6 mln, dei quali 2,9 mln sono stati dilazionati), ma gli utili operativi maturati nel Regno Unito sono lievitati nei due anni da 48 a 80 mln.
Una delle ragioni è spiegata da un’escamotage. Il pagamento di parte delle retribuzioni dei propri dipendenti è effettuato con le azioni del colosso che sono soggette a un’imposizione inferiore. In virtù di questo artifizio, seppur legale, nel 2017 in media i lavoratori di Amazon hanno ricevuto circa 3 mila sterline ciascuno, consentendo all'azienda di realizzare un cospicuo risparmio.
La multinazionale replica che l'imposta sulle società si basa non sulle entrate, ma sugli utili che sono rimasti bassi a causa di margini ridotti e della forte competitività nel settore. Tuttavia, Amazon Services UK, che impiega oltre i due terzi dei 27 mila dipendenti del Regno Unito, ha visto crescere il fatturato da 1,43 mld a circa 1,98 mld.
E non è certo un episodio sporadico. All'inizio di questa settimana, Amazon ha registrato profitti trimestrali record pari a 1,9 mld di sterline. Il profitto è stato di circa 12 volte superiore rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Ma non è bastato per superare Apple, diventata proprio in questa settimana la società a più alto valore a livello mondiale.