Nostalgia canaglia. San Marino torna a essere un paradiso fiscale, o qualcosa del genere. Il Consiglio Grande e Generale, cioè il parlamento di San Marino, a cui è demandato il potere legislativo, ha approvato nei giorni scorsi due emendamenti contenuti nella variazione alla legge di Bilancio 2023, per restaurare le residenze fiscali non domiciliate, cioè la possibilità di trascorrere qualche settimana sul monte Titano, fare affari e godere di un regime fiscale agevolato.
L’emendamento prevede che, a partire dal 31 marzo 2024, il ritorno delle residenze fiscali agevolate consentirà di applicare condizioni fiscali favorevoli a quegli stranieri che trascorreranno tra i 30 e i 150 giorni (massimo) a San Marino, in teoria per vacanza (la legge dice che queste persone devono soggiornare in residenze lussuose, possibilmente in alberghi cinque stelle), in pratica per svolgere operazioni finanziarie, ovvero investimenti, finanziamenti, acquisizioni o cessioni che altrove sarebbero maggiormente tassate.
A San Marino, invece, le condizioni fiscali sono piuttosto favorevoli, a partire dalla possibilità di optare per un’aliquota proporzionale fissa nella misura del 5 per cento. Un risparmio rilevante, se si considera che in Italia i redditi da natura finanziaria sono tassati al 26 per cento.
In sintesi, è sufficiente trasferirsi per qualche settimana a vivere in un albergo sanmarinese, compiere i propri investimenti, dichiararli al governo e poi fare ritorno in patria (in Italia o in qualsiasi altro Paese che offra regimi fiscali meno accomodanti). E la nostalgia passa.
VARIAZIONE-AL-BILANCIO-DI-PREVISIONE-2023---Repubblica-di-San-Marino.pdf