La montagna del debito statunitense crescerà di 19mila miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Si tratta di tremila miliardi più di quanto previsto fino ad ora, gonfiato da maggiori costi degli interessi, ma anche dall’aumento della spesa pubblica, tra cui quella militare.
La nuova stima è del Congressional Budget Office, l‘Ufficio di bilancio del Parlamento. Nella sua progressione, il totale del debito detenuto dal pubblico, cioè non tra enti federali, sarà equivalente al Pil nel 2024 e pari al 118% dell’output economico nel 2033.
La spirale del debito statunitense viene da lontano. Si è aggravata dopo la grande crisi del 2008 e successivamente alla pandemia del 2020, che sono state affrontate con ingenti provvedimenti di spesa e sgravi fiscali, oltre al costo dei conflitti in Iraq e Afghanistan, non compensati da nuove entrate.
A partire ad esempio dal 1970, l’unico quadriennio in cui gli Usa hanno evidenziato un avanzo di bilancio è quello riconducibile al primo mandato di George W. Bush (dal 2001 al 2005). In tutti gli altri sono stati registrati disavanzi, che con il tempo sono andati accumulandosi.
Il debito americano oggi non può superare per legge i 31.400 miliardi di dollari, ultimo livello massimo al quale è stato portato nel dicembre 2021 e che è stato ormai raggiunto, costringendo il Tesoro a ricorrere a manovre contabili straordinarie per non violarlo.