Il grande presidente “modernista” che ha proiettato la Francia nel futuro, approvando importanti riforme sociali, sarà ricordato anche come uno dei grandi costruttori dell’Europa. Valery Giscard d’Estaing è morto. Aveva 94 anni. La famiglia ha comunicato che il decesso è avvenuto per Covid.
Giscard si definiva come il promotore di una “società liberale avanzata”. Nei suoi uffici parigini, dove continuava a lavorare e preparare i suoi libri, aveva un quadro che rappresentava il progetto di Costituzione europea di cui era stato uno degli autori, un sogno poi svanito con il referendum del 2005.
Nel 1974, quando arrivò all’Eliseo a soli 48 anni dopo la morte prematura di Georges Pompidou, fu il più giovane presidente della Repubblica francese. Lavorò per far passare tante rivoluzioni. Ma gli anni di Giscard fotografano anche l’inizio di un declino: la fine del boom economico del dopoguerra, e l’arrivo dello shock petrolifero, la recessione, la disoccupazione record.
Nel 1981 Giscard non venne rieletto, battuto dal socialista François Mitterrand. In seguito, diventò presidente della Convenzione sul futuro dell’Europa, incaricata di redigere un progetto di Costituzione europea. Un progetto di cui andava fiero anche se nel 2005 il testo viene respinto proprio dai francesi attraverso il “no” al referendum.