"La scorsa settimana avrei dovuto incontrare un economista italiano per parlare della crisi politica senza fine nel suo paese. Ho aspettato inutilmente per più di mezz'ora. E la mente è andata subito sui cliché riguardanti l’Italia che molti tedeschi, come me, evocano, mentre guardano l'ultima crisi in Italia che si sta svolgendo". È l'autocritica di Torsten Riecke, giornalista del noto quotidiano economico-finanziario Handelsblatt.
Riecke si chiede se l’atteggiamento di superiorità da parte dei tedeschi rispetto all’Italia sia fondato. In realtà il panorama politico della Germania non è così diverso da quello italiano. È vero l'Italia ha avuto più di 60 diversi governi in 70 anni di storia repubblicana, mentre soltanto 24 in Germania. Ma ci sono voluti sette mesi per formare l’attuale “grosse koalition”.
In quanto a populismo, poi, un partito anti-immigrazione di destra, Alternative für Deutschland, continua a salire nei sondaggi. E rischia di allontanare la Germania dall’Europa, di cui è – o poteva essere – ancora di salvataggio. Ma la prima economia dell'Ue non è stata una buona ancora e neanche un buon capitano. Un buon capitano d'Europa darebbe alle sue barche più corda per assicurarsi che abbiano un adeguato spazio di manovra. Così, invece, non è stato, neanche quando le prime tempeste si sono presentate all'orizzonte e le acque sono diventate instabili.
Le persone in Grecia, Spagna, Portogallo e, ora, in Italia percepiscono di essere al guinzaglio della Germania. A nessuno piace essere al guinzaglio. Forse i tedeschi dovrebbero tenerne conto quando andranno in vacanza nelle prossime settimane. L'Italia, infatti, è ancora la destinazione preferita: ci deve essere qualcosa di speciale per fargliela amare così tanto.