Crac Banca Popolare Bari: arrestato l’ex presidente Jacobini

Domiciliari anche per il figlio Gianluca ed Elia Circelli, attuale responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione

Crac Banca Popolare Bari: arrestato l’ex presidente Jacobini
L’ex presidente della BpB Marco Jacobini

Arresti domiciliari per gli ex vertici della Banca Popolare di Bari. Misura eseguita (il 31 gennaio) dalla Guardia di Finanza. Arrestati l’ex presidente della BpB Marco Jacobini, suo figlio Gianluca Jacobini, già condirettore generale, indagati per false comunicazioni sociali, falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza, maltrattamenti ed estorsioni, ed Elia Circelli, attuale responsabile della Funzione Bilancio e Amministrazione, indagato per false comunicazioni sociali.

Nei confronti di Vincenzo De Bustis Figarola, già direttore generale della banca ed ex ad, indagato per false comunicazioni sociali, falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza, maltrattamenti ed estorsioni, è scattata la misura cautelare interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione di dirigente di istituti bancari, nonché degli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

Gli altri indagati sono: Luigi Jacobini, vicedirettore generale della banca e responsabile Direzione Operations, Giorgio Papa, ad della BpB da maggio 2015 a dicembre 2018, Roberto Pirola, presidente del Collegio Sindacale della BpB dal 2011 al 2018, Alberto Longo, presidente del Collegio Sindacale della BPB dal 29 aprile 2018, Giuseppe Marella, responsabile dell’Internal Audit della BpB dal 2013.

L’ordinanza emessa dal gip Pellecchia giunge all’esito della richiesta avanzata dal Pm nel mese di luglio dello scorso anno nell’ambito di una corposa indagine avviata al fine di accertare le cause che hanno portato al dissesto finanziario della Popolare di Bari, recentemente commissariata dalla Banca d’Italia.

L'indagine della Procura ha accertato l’esposizione nei bilanci di esercizio relativi alle annualità 2014, 2015, 2016, 2017 e nella semestrale 2018 di dati non veritieri al fine di occultare perdite di rilevante entità subite dall’Istituto bancario così da gonfiare artificiosamente il patrimonio della banca e trarre in inganno i soci ed il pubblico sulla reale situazione dell’Istituto di Credito mediante:

a) fittizie operazioni di cartolarizzazione;

b) l’indebita contabilizzazione negli anni dal 2015 al 2018 di imposte anticipate sulla perdita fiscale per complessivi 141 milioni di euro;

c) l’omessa svalutazione degli avviamenti relativi agli anni 2014, 2016 e 2017, riferiti a rilevanti partecipazioni detenute dalla banca in alcune società;

d) l’indebito appostamento nei bilanci relativi agli anni 2016 e 2017 di attività pari a 42 milioni di euro.

Tali condotte sarebbero state reiterate anche nei confronti della Consob alla quale, al fine di ostacolarne l’esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo, sarebbero state fornite dichiarazioni non veritiere in ordine alla conformità dei prospetti contenenti, in realtà, dichiarazioni mendaci e rilevanti omissioni.

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