Tra il 2011 e il 2012 si era registrato nell’Eurozona per l’ultima volta un andamento negativo del prezzo medio delle abitazioni, che ha iniziato poi ad aumentare di anno in anno fino al 2022.
Dopo oltre dieci anni, si è verificato nuovamente un calo. Secondo i dati Eurostat, nel quarto trimestre del 2023 la riduzione dell’indice rispetto allo stesso trimestre del 2022 è stata pari all’1,1 per cento nell’Eurozona.
La riduzione è correlata soprattutto all’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce per contrastare l’inflazione, che ha portato a un rialzo del costo dei mutui e a un conseguente rallentamento del mercato immobiliare. Invece, nell’Ue è stata registrata una modesta crescita (0,2 per cento).
Il rallentamento dei prezzi a livello europeo è stato dovuto a tendenze opposte tra i diversi paesi: mentre al sud e a est si è verificata una crescita dei mercati immobiliari, in molti stati dell’Europa settentrionale i prezzi delle case sono diminuiti sensibilmente. In Germania, il calo è stato particolarmente significativo, pari al 7,1 per cento, secondo solo a quello del Lussemburgo (-14,4 per cento). Anche i prezzi delle abitazioni in Finlandia e in Francia sono diminuiti, rispettivamente del 4,4 e 3,6 per cento.
Gli Stati che invece hanno registrato una crescita dell’indice più alta sono stati la Polonia (13 per cento), la Bulgaria (10,1) e la Croazia (9,5). Anche in Italia, sebbene in modo ben più misurato, si è osservato un aumento dei prezzi delle case, pari all’1,8 per cento.