I mercati non se lo aspettavano, quantomeno a giugno. Sono stati presi in contropiede e il messaggio è di quelli che non può essere ignorato. La Bce ha annunciato che il quantitative easing – l’acquisto di titoli del debito pubblico sul mercato secondario - potrebbe volgere al termine.
Il che non è una vera notizia, in quanto è nota la straordinarietà dell’intervento di Francoforte, che prima o poi sarebbe dovuto finire. Ma lo diventa perché Draghi aveva sempre sostenuto che sarebbe andato avanti “whatever it takes”, ovvero tutto il tempo necessario.
La crescita economica prosegue, anche se ad un ritmo più lento rispetto allo scorso anno. L'inflazione è balzata all'1,9% il mese scorso, sebbene trainata da petrolio e alimentari. Senza queste due componenti sarebbe poco sopra l’1%. La Bce, tuttavia, ritiene che siano state soddisfatte le condizioni sul livello dei prezzi al consumo per arrestare gli acquisti di attività nette.
Si sta per chiudere, così, il sipario su uno stimolo che ha portato a circa 2,5 trilioni di euro di acquisti di obbligazioni dal 2015. “È chiaro che la prossima settimana il consiglio direttivo dovrà fare questa valutazione, se i progressi fatti finora sono stati tali da richiedere una graduale uscita dai nostri acquisti netti". Lo ha detto Peter Praet, membro del comitato esecutivo della Bce, confermando le indiscrezioni secondo cui nella riunione del 14 giugno a Riga si discuterà della tempistica per l'uscita dal quantitative easing.
Per Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e membro del consiglio direttivo della Bce, "non è una sorpresa che da qualche tempo i mercati si aspettino che gli acquisti netti di titoli finiscano entro il 2018". Mentre Draghi, governatore uscente della Bce, potrebbe ritardare l'annuncio pubblico sulla fine del Qe a luglio.
Intanto i mercati si preparano a tassi di interesse più alti nel 2019. Mentre, a breve termine, rimangono le preoccupazioni sul fatto che l’instabilità sul mercato obbligazionario, che ha colpito l'Italia la scorsa settimana, possa riprendere vigore e contagiare i paesi limitrofi.