Mario Draghi lascerà l'incarico da governatore della Bce ad ottobre 2019 e non può aspirare ad un rinnovo, come invece previsto dalla Federal reserve statunitense. I 19 paesi dell'eurozona, tuttavia, non hanno ancora trovato un accordo definitivo.
Il candidato più probabile, per guidare la banca centrale in un difficile periodo post-quantitative easing, è Jens Weidmann, il presidente conservatore della banca centrale tedesca e “nemico” di Draghi. Ma ha un difetto: attira numerose critiche.
Ecco così che emerge un’antagonista: è Benoît Coeuré, attuale membro francese del comitato esecutivo della Bce e ritenuto vicino a Draghi. Ma per Coeuré ci sarebbero comunque almeno due ostacoli. Anche i membri del comitato esecutivo, in carica otto anni, non sono rinnovabili. E il predecessore di Draghi, Jean-Claude Trichet, è francese come Coeuré.
Altri potenziali candidati ci sarebbero. Si tratta di quattro governatori di banche centrali: l’olandese Klaas Knot, il finlandese Erkki Liikanen, l’irlandese Phillip Lane e il francese François Villeroy de Galhau. Quest’ultimo può vantare legami familiari con la Germania e un buon tedesco.
Tuttavia il conservatore Weidmann ha un vantaggio, in quanto rappresenta l’Europa del Nord, il che contribuirebbe a creare un equilibrio con il vicepresidente spagnolo della Bce, Luis de Guindos. Ma resta da valutare quale tipo di apporto potrà dare una Merkel ormai indebolita.