Il programma di acquisto di attività della Banca centrale europea ha aumentato le riserve delle banche centrali a livelli mai visti prima. Ma gli istituti di credito, piuttosto che finanziare l’economia reale, hanno perlopiù acquistato titoli. La tesi è sostenuta da Ellen Ryan e Karl Whelan che in un paper mettono nero su bianco l’esito della loro evidenza empirica.
Le riserve agiscono come la "patata bollente", ovvero nessuno nel sistema bancario vuole detenere riserve in eccesso. Tuttavia, la letteratura moderna sul Qe sembra aver ignorato il meccanismo della “hot potato".
Ora però il nuovo studio dei due economisti introduce un nuovo elemento, in realtà già sospettato da molti. Usando le informazioni contenute nei bilanci di circa 200 banche dell'Eurozona tra il 2015 e il 2018, emergono dall’analisi prove evidenti.
A differenza del modello tradizionale del moltiplicatore monetario, in cui le riserve in eccesso sono utilizzate per finanziare l’economia reale (principalmente le imprese), in questo caso le banche hanno comprato titoli di debito. Hanno, dunque, cercato di "migliorare" i loro bilanci ma non hanno aiutato il paese a tornare sul sentiero della crescita economica.