Il 31 ottobre 2019 scade il mandato di Mario Draghi alla presidenza della Bce e la corsa alla successione è iniziata da tempo. In pole position il francese Francois Villeroy de Galhau, membro del Consiglio direttivo della Bce, e governatore della Banca centrale francese. Da molti è considerato il favorito soprattutto qualora la Germania riuscisse ad assicurarsi un altro posto di primo piano nell’Ue, come la presidenza della Commissione europea. Da quando ha assunto il controllo della Banca di Francia nel 2015, Villeroy ha mantenuto un atteggiamento vicino alla linea di Draghi, sostenendo il continuo stimolo.
In seconda posizione troviamo il finlandese Erkki Liikanen. Ex membro del Consiglio direttivo della Bce, Liikanen è stato eletto al parlamento finlandese a soli 21 anni e da allora ha ricoperto importanti cariche come quella di commissario europeo, ministro delle Finanze, e ambasciatore a Bruxelles. Considerato un sostenitore di Draghi e degli stimoli straordinari.
In terza posizione troviamo un altro francese. Benoit Coeure, membro del Comitato esecutivo della Bce, cinquant’anni, è già membro del Comitato esecutivo della Bce, con un mandato di otto anni non rinnovabile che durerà fino alla fine del 2019. È uno degli artefici del Quantitative Easing.
C'è, poi, ancora un finlandese. Olli Rehn, ex calciatore e membro del Consiglio direttivo della Bce, 57 anni, non risulta tra i candidati alla successione di Draghi, ma secondo molti è un outsider da tenere in considerazione. Rehn, dall’ottobre 2011 al 1º luglio 2014, è stato anche vicepresidente della Commissione europea