La pandemia del Covid-19 aumenterà il debito/Pil degli Stati dell’Eurozona. E i Paesi che erano già molto indebitati prima della crisi rischiano di essere travolti da un’ondata di declassamenti di rating: non solo Italia e Grecia, ma anche Spagna, Portogallo e persino Francia.
La Bce si prepara e ha deciso che accetterà, come garanzia a fronte della liquidità fornita alle banche, titoli che a seguito di un downgrade non avessero più il rating d’investimento. Ovvero i titoli spazzatura. Ad annunciare quello che fino ad oggi era un prerequisito essenziale è la Banca centrale europea in una nota.
La decisione, che sarà valida fino a settembre 2021, prevede che la Bce “può decidere, se necessario, ulteriori misure per continuare ad assicurare la trasmissione della politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona”.
A Francoforte cresce la preoccupazione per il debito/Pil previsto in rapida salita in numerosi Paesi europei: Italia da 137% a oltre 150%; Portogallo da poco sotto il 120% a quasi il 140%; Spagna e Francia da poco sotto il 100% a oltre il 110%; il Belgio da 100% a circa a quasi il 110%. E queste sono soltanto le stime iniziali.
Le agenzie di rating potrebbero tollerare questi rialzi nell’Eurozona, ma solo se limitati nel tempo, con sostegni straordinari da parte della Bce e con la nascita di strumenti di debito congiunti europei (i cosiddetti Eurobond). In assenza di misure condivise europee, la sola Bce potrebbe non bastare a bloccare la mannaia delle agenzie di rating.
I Paesi in area AAA, AA e A non rischiano nulla, in ambito Bce, perché sono lontanissimi dal baratro del junk bond. Si tratta di Germania, Francia, Olanda, Spagna, Belgio, Austria, Finlandia, Irlanda. Il discorso cambia per i Paesi che orbitano in area BBB, come Italia e Portogallo.