La dedollarizzazione del mondo e lo yuan digitale: gli Usa cominciano a preoccuparsi

Biden rincorre lo yuan digitale della Cina che può diventare l’alternativa a Swift (e vanificare le sanzioni alla Russia)

La dedollarizzazione del mondo e lo yuan digitale

Lo sviluppo dello yuan digitale non è più solo un affare interno cinese ma inizia a preoccupare gli Stati Uniti, dove crescono i timori che la valuta digitale di Stato (e-CNY) di Pechino possa ridurre il ruolo globale del dollaro statunitense.

La dimostrazione più evidente di queste preoccupazioni arriva dalla proposta di legge che tre senatori americani (i repubblicani Tom Cotton, Marco Rubio e Mike Braun) hanno presentato nei giorni scorsi al Congresso Usa per vietare i pagamenti con la valuta digitale cinesi su Google e Apple Pay, mentre la nuova valuta (e-CNY) è già adottata da WeChat e Alipay e si sta allargando a molte piattaforme di e-commerce e non solo cinesi.

La preoccupazione di Washington è fondata. L’adozione di uno yuan digitale di fatto dribblerebbe l’uso dello Swift da parte della Cina e dei suoi partner commerciali, vanificando tra l’altro le sanzioni imposte alla Russia. Inoltre, lo yuan acquisterebbe potere nell’ambito delle valute di riferimento a detrimento di dollaro ed euro.

Ad oggi, nel sistema dei pagamenti internazionali predominano dollaro ed euro con quote vicino al 35-40% a testa. Più indietro si posiziona la sterlina inglese con una percentuale vicina al 7%. Su valori più modesti si attestano yen e yuan. La valuta cinese si ferma al 2,2%, mentre il suo peso economico e negli scambi internazionali è decisamente maggiore. Lo stato delle cose potrebbe tuttavia mutare, facendo pendere la bilancia a favore di Pechino.

Nei mesi scorsi, inoltre, l’Arabia Saudita aveva aperto alla possibilità di permettere i pagamenti in yuan del greggio esportato in Cina. Ad oggi il paese più popoloso al mondo è il primo a livello globale che si trova a pagare in valuta estera le importazione di petrolio.

Lo yuan digitale promosso dalla Cina, che su questo terreno è in vantaggio rispetto alla prima economia al mondo, può dunque diventare un’alternativa al dollaro nei sistemi di pagamento internazionali, eludendo il sistema di messaggistica Swift e le sanzioni da esso monitorate? Gli analisti finanziari e gli esperti di geopolitica lo danno oramai per certo. Sui tempi invece si dibatte.

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