La "Reserve Bank of India" ha aumentato i tassi di interesse al 6,25%. Crescono, infatti, i timori sull'inflazione, ora al 4,58% e al di sopra dell'obiettivo fissato negli obiettivi di politica monetaria pari al 4%.
Il livello dei prezzi è guidato dall'aumento del petrolio. L'economia indiana ha, tuttavia, mostrato segnali di ripresa negli ultimi mesi in virtù dell’aumento della domanda manifatturiera e dei consumi. Il Pil per il primo trimestre è cresciuto del 7,7%, il più alto degli ultimi due anni.
La Banca centrale conferma le previsioni sulla crescita per l'anno 2018-19 al 7,4%, ma ha lanciato un monito: "I rischi geopolitici, la volatilità del mercato finanziario globale e la minaccia del protezionismo commerciale pongono ostacoli alla ripresa interna”. L'India, inoltre, importa quasi l'80% del suo petrolio, rendendola vulnerabile all'aumento del costo del greggio.
Oltre ai fattori nazionali, contano molto quelli globali. La scelta della Banca centrale indiana segue una tendenza mondiale al rialzo. La Fed probabilmente aumenterà i tassi di interesse la prossima settimana per la seconda volta quest’anno. La Banca d'Inghilterra lo ha fatto a novembre per la prima volta in un decennio. La prossima sarà la Bce?