Quella di Unicredit è un’offerta inusuale che non riflette in alcun modo le condizioni della banca. E che può creare pesanti ricadute occupazionali.
Visto da qb
Un’offerta dalle condizioni giudicate “inusuali”. Che non riflette “in alcun modo” le condizioni attuali e prospettiche della banca. E che, oltre ad essere contrassegnata da un “elevato grado di incertezza”, visto che UniCredit è impegnata in Germania su Commerzbank, può creare “pesanti ricadute occupazionali”. All’indomani dell’offerta di scambio (Ops) da 10 miliardi sulle azioni BancoBpm, il Cda di piazza Meda ha risposto così a UniCredit. Dunque, che cosa succederà ora? La road map, almeno dal punto di vista del calendario, è tracciata. Entro metà dicembre UniCredit presenterà a Consob il documento di offerta. Nel contempo avanzerà le istanze per ottenere gli ok preventivi da parte di Bce e Banca d’Italia, Ivass e Banca d’Irlanda (per l’acquisizione di Bpm Life dac). Poi, ci sarà il passaggio al Governo per l’ok al “golden power”. Per vedere l’offerta servirà attendere la primavera del prossimo anno. Sempre che non ci siano colpi di scena.