Gli investitori stranieri stanno comprando sempre meno debito statunitense. Non c'è soltanto Putin in cabina di regia contro il dollaro. La tendenza potrebbe presto diventare globale.
La Bce ha rilevato che, dopo il 2015, oltre la metà dei titoli di debito Usa erano stati acquistati da investitori della zona euro. La Germania ne detiene, in particolare, 90,1 miliardi di dollari. Nel 2017, tuttavia, questa tendenza si è invertita e gli investitori dell’Ue a 19 sono diventati venditori netti.
Con un debito da 21 trilioni di dollari e un nuovo deficit programmato che dovrebbe attestarsi su 1 trilione all'anno entro il 2020, gli Stati Uniti hanno più debiti rispetto a quelli di tutti i paesi dell’Ue messi insieme. Il debito di per sé non è un male. Anzi, può rivelarsi utile per rilanciare un'economia. Purché le politiche economiche attuate siano capaci di alimentare la crescita nel medio-lungo periodo.
Anche se può sembrare paradossale, la decisione di Trump sull’Iran, proprio perché ha improvvisamente aumentato i rischi di destabilizzazione politica in Medio Oriente, potrebbe tradursi in maggiori acquisti del debito Usa: il dollaro, infatti, ancora oggi è un rifugio sicuro in tempi di conflitti militari.
In un certo senso tanto più Trump è irresponsabile, maggiore è la domanda di buoni del tesoro statunitensi da parte di investitori avversi al rischio. In questo modo, almeno per ora, gli Usa restano la prima economia al mondo e anche la scommessa più sicura disponibile sul mercato. Ma ciò non significa che il declino degli Stati Uniti non sia già cominciato.
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