Oltre all’onore di prender posto nel ristretto club dello S&P500 (indice della borsa statunitense realizzato da Standard & Poor’s nel 1957 che segue l’andamento di un paniere azionario formato dalle 500 aziende Usa a maggiore capitalizzazione), per Tesla il passo è decisivo perché aumenta la base dei possibili investitori.
D’altra parte, già la scorsa estate l’inclusione nello S&P500 sembrava cosa fatta dopo che, a fine luglio, Tesla aveva annunciato la chiusura di un trimestre ancora positivo (il quarto), fugando i dubbi sulla crescita industriale della sua creatura, che già dal punto di vista della finanza aveva ricevuto apprezzamenti con la cavalcata del titolo: 400% il guadagno messo insieme quest’anno.