Il controverso pacchetto di riforma della Sncf è stato approvato il 14 giugno in modo schiacciante dal Parlamento francese.
Il Senato ha votato a favore delle riforme (245 sì, 82 contrari), dopo che il disegno di legge di Macron aveva conquistato una larga maggioranza alla Camera il giorno prima. L'operatore ferroviario in perdita, Sncf, diventa così una società per azioni privata con il governo francese come unico azionista, seguendo l'esempio della tedesca Deutsche Bahn.
Il voto è stato visto da molti come una vittoria cruciale per il presidente Emmanuel Macron sui potenti sindacati del paese e potrebbe aprire una nuova stagione di riforme del settore pubblico. Con quella della Sncf il presidente francese è riuscito a catturare gli elettori di centro-dx. Ma non soltanto. L'ultimo sondaggio, effettuato il 6 e 7 giugno, indica che il 62% dei francesi e il 69% dei clienti ritengono che le misure concesse per riformare Sncf siano di buon senso.
Proprio questa disconnessione tra opinione pubblica e corpo ferroviario ha creato le condizioni affinché la riforma passasse e con numeri così ampi. Il presidente francese ci ha anche messo del suo. Mentre ha sempre parlato dell’importanza delle parti sociali, contemporaneamente ha creato un solco intorno a loro, riuscendo così ad isolare i lavoratori contrari alla riforma e indebolire i sindacati, che hanno finito per subire una dura sconfitta. Inflitta con il sorriso cinico di Macron.