Settimana decisiva per la ferrovie francesi (Sncf): mercoledì 14 marzo 2018 il ministro dei Trasporti, Elisabeth Borne, presenterà la legge di riforma del settore ferroviario al Consiglio dei Ministri e già si prospetta uno sciopero dei sindacati. Sul piatto c’è un tema non da poco: l'apertura alla concorrenza e la trasformazione della Sncf in una società nazionale con capitale pubblico.
Secondo la riforma la Sncf dovrebbe allineare i suoi costi agli standard europei perché oggi “far circolare un treno in Francia costa il 30% in più rispetto ad altri paesi”, come afferma il primo ministro Édouard Philippe. Lo Stato pesa per 1/3 di questi costi incrementali, ma l’ottimizzazione nella gestione del lavoro progettata nella primavera 2016 era stata bloccata per evitare scioperi alla vigilia dei tagli.
Intanto, in attesa di conoscere i contenuti della riforma, il dibattito sta entrando sui social con l’hashtag #JaimelaSNCF (“J'aime la SNCF”, ndr) che viene utilizzato sia dai ferrovieri che difendono la loro professione sia, ironicamente, da chi vuole lamentarsi perché il suo treno è in ritardo.
L'unico dato al momento certo è che la Sncf deve prepararsi all’arrivo della concorrenza nel settore ferroviario: arriverà tra il 2019 e il 2023, ma il governo ha un margine di manovra per trattare con i sindacati. A interessare sono soprattutto i trasporti ferroviari organizzati dalle Regioni che stipulano accordi con la Sncf per gestire i treni e pagano 3 miliardi di euro l’anno, che vanno a coprire i 3/4 dei costi.