La 23° visita di Angela Merkel alla Casa Bianca è molto probabilmente l’ultima da capo del governo. “Angela, mi mancherai molto ai prossimi summit, davvero”, ammette Biden, dedicandole un pensiero personale prima di congedarsi. Ma “la partnership tra gli Stati Uniti e la Germania continuerà a rafforzarsi sulle fondamenta da lei costruite”, assicura il presidente americano, anche dopo l’uscita di scena della cancelliera più longeva di sempre.
Al di là delle parole di circostanza emergono alcune sostanziali divergenze tra Usa e Germania. In particolare due, a cominciare dal Nord Stream 2, il gasdotto ormai quasi completato per il trasporto dell’oro blu dalla Russia alla prima economia europea che bypassa l’Ucraina. “La mia posizione su Nord Stream 2 è nota da tempo – osserva Biden – ma quando sono diventato presidente era completato al 90% e imporre sanzioni non è sembrato avere senso”. Piuttosto, “siamo impegnati a cercare soluzioni pratiche comuni, valutando se la sicurezza energetica dell’Europa o dell’Ucraina, vengano effettivamente rafforzate o indebolite dalle azioni russe”.
C’è poi il nodo Cina (il cui sviluppo economico Biden vorrebbe limitare). Nei giorni scorsi Angela Merkel, Emmanuel Macron e il presidente cinese Xi Jinping hanno avuto un incontro trilaterale in videoconferenza, affrontando in particolare la questione dei rapporti Ue-Cina. Il punto è che Francia e Germania sostengono l’accordo sugli investimenti tra Cina e Unione Europea, raggiunto tra Pechino e Bruxelles il 30 dicembre scorso, la cui ratifica è stata congelata in seguito alle sanzioni inflitte alla Cina per le violazioni dei diritti umani ai danni degli uiguri. La Francia, secondo quanto riporta l’agenzia Xinhua, “sostiene la conclusione dell’accordo sugli investimenti tra Ue e Cina e accoglie le aziende cinesi per investire in Francia”. E la Germania “spera che l’accordo sugli investimenti tra Ue e Cina venga approvato al più presto”.
Pechino prova così a infilarsi nelle crepe fra gli Stati Uniti e i loro più recalcitranti ‘satelliti’ in Europa. Nelle scorse settimane, Washington ha comunicato alla Nato il doppio contenimento a cui essa sarà chiamata nei prossimi anni. Gli alleati euro-orientali si dedicheranno maggiormente alla Russia perché da Mosca terrorizzati; quelli euro-occidentali, meno spaventati dalla Federazione, dovranno contribuire a stroncare l’ascesa della Cina. Formalizzazione tattica a cui Parigi e Berlino hanno reagito pestando i piedi, pretendendo di dialogare con il Cremlino e ricordando di non considerare Pechino un nemico assoluto.