"Questa indignazione è condivisa da molti francesi. Abbiamo risposto all'aumento della tassa sul carburante, ma servono misure profonde. La collera è giusta, in un certo senso". Emmanuel Macron in un messaggio televisivo risponde così al movimento dei “gilet gialli” dopo quasi due settimane di silenzio, decreta "uno stato di emergenza sociale ed economica" e promette misure di aiuto al reddito e ai pensionati e una rinnovata lotta all'evasione fiscale.
L'ultimo tentativo di compromesso che aveva lanciato, il 27 novembre, non era andato a buon fine. In quell'occasione aveva fatto una piccola concessione sulle accise "modulate" sul prezzo del greggio. Come si sa, non era servito a fermare la protesta. E nei giorni seguenti non era stato sufficiente neppure l'annuncio di abolire gli aumenti contestati su accise e su tariffe di elettricità e gas. Le manifestazioni sono continuate.
Macron sembra tuttavia convinto di riuscire ad evitare il precipitarsi degli eventi prendendo “misure già questa settimana”. Tra queste, l’aumento del salario minimo di 100 euro al mese dal 2019, l’eliminazione della tassazione sulle ore di straordinario e l'annullamento della contribuzione sociale generalizzata per i pensionati che guadagnano meno di 2.000 euro al mese. A fianco a questi interventi, altre idee piuttosto vaghe: dalle consultazioni sul territorio a livello locale al bonus che Macron ha chiesto sia dato dalle imprese (che possono) ai lavoratori. E sul fisco: "I capi delle grandi imprese francesi devono pagare le tasse in Francia", ha detto il capo dell’Eliseo.
Si riterranno soddisfatti i “gilet gialli”? Tutto lascia pensare che il prossimo sarà il quinto weekend consecutivo di mobilitazione.