Nella sua prima intervista in televisione dalla morte del padre, Jean-Marie Le Pen, a inizio gennaio, la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen ha spiegato di avere “fretta” di arrivare al potere, ma non da primo ministro, quanto piuttosto da presidente della Repubblica.
Parlando ai microfoni di LCI, ha ricordato che il Rassemblement National lavora “da anni con un obiettivo chiaro: per (la sottoscritta, ndr) c’è l’obiettivo della presidenza della Repubblica e per (il presidente del partito, ndr) Jordan Bardella c’è l’obiettivo di Matignon”, ovvero il ruolo di primo ministro. “Su questo non c’è alcuna difficoltà e sarò sempre al suo fianco. Formiamo una specie di tandem che funziona estremamente bene”.
In merito a ipotetiche dimissioni del presidente Emmanuel Macron, Le Pen ha assicurato di non volerle chiedere, “perché chiedere le dimissioni del presidente non mi pare conforme alle nostre istituzioni”. Invece - ha puntualizzato – “non escludo assolutamente che Macron sia a un certo punto costretto a lasciare”, davanti ad “una crisi politica” o “una crisi economica maggiore”. Per Le Pen, “ogni mese subito dal nostro Paese con la politica - o la non-politica - di Emmanuel Macron è un mese in cui sprofondiamo nelle difficoltà. Quindi, meno dura, meglio è”, ha avvertito.
La data del 31 marzo, giorno in cui Le Pen saprà se è condannata o meno all’ineleggibilità nel processo sugli assistenti parlamentari all’Europarlamento, non sembra spaventarla più di tanto. “Non vivo con l’idea che le presidenziali del 2027 possano essermi precluse. Non posso immaginare che dei magistrati decidano di privare il popolo francese di scegliere il proprio candidato alla presidenziali”.