Il Movimento nato sette mesi fa, il 17 novembre dello scorso anno alla sua prima uscita aveva portato in piazza 280 mila persone, è in evidente difficoltà. I leader storici hanno tutti rinunciato e il risultato catastrofico ottenuto dalle tre liste gialle alle elezioni europee (0,58% in totale) ha scoraggiato i più. Si sono infatti presentati addirittura con tre liste e hanno superato a malapena lo 0,50%. In realtà, il movimento è molto più ampio di quei manifestanti che continuano a sfilare nelle strade di Francia “per denunciare il presidente dei ricchi’. Il punto debole dei gilet è che la loro rabbia non è riuscita a tradursi in azione politica. E il passo successivo è sembrato inevitabile: il tempo della disillusione.
Politicamente, tuttavia, hanno spinto il governo a mettersi in discussione. E la reazione di Macron è stata quella di mettere mano a 10 miliardi di misure per venire incontro alla rabbia e il lancio Gran débat national, due aspetti che possono aver influito nell’indebolimento progressivo dei gilet gialli.
Tutto lascia pensare che non sia finito tutto qui in vista delle elezioni presidenziali del 2022, quando Macron cercherà il bis.