Alcuni politici tedeschi sono diventati consulenti o manager di importanti aziende energetiche in Russia. E ora la Germania, diventata fortemente dipendente dal gas russo, sembra in difficoltà a trattare con Mosca nella crisi ucraina.
Nel 2020 dai giacimenti controllati dal Cremlino, in gran parte tramite i gasdotti Yamal e Nord Stream, sono arrivati nel paese 56,3 miliardi di metri cubi di gas naturale, più della metà delle importazioni totali. Se, per qualsiasi motivo, le forniture russe dovessero interrompersi, all’improvviso la Germania resterebbe priva di più della metà del suo gas.
Questa storia racconta una parte dell’eredità lasciata da Angela Merkel. L’ex cancelliera, anziché correggere gli errori dei suoi predecessori, ha legato ancora di più a Mosca le sorti della prima economia europea.
Ora, tardivamente, prova Olaf Scholz a correggere la linea. La Germania costruirà due rigassificatori e aumenterà i propri stoccaggi di gas per diversificare le proprie fonti di approvvigionamento e dipendere di meno dalla Russia. Lo ha affermato il cancelliere tedesco.
“Faremo di più per garantire un approvvigionamento energetico sicuro per il nostro Paese; dobbiamo cambiare strategia per superare la nostra dipendenza da singoli fornitori di energia”, ha detto Scholz spiegando che i progetti “per eliminare gradualmente le centrali a carbone entro il 2030 e per chiudere le centrali nucleari” hanno lasciato la Germania “con poche scelte”.
A fine febbraio la Germania ha sospeso la certificazione del gasdotto Nord Stream 2 come reazione all’invasione dell’Ucraina, mentre altri Paesi dell’Occidente hanno adottato ulteriori sanzioni contro Mosca. Il governo tedesco, ha quindi annunciato Scholz, aumenterà il volume di gas naturale nei suoi impianti di stoccaggio di 2 miliardi di metri cubi che comprerà sui mercati mondiali, in coordinamento con l’Ue. Inoltre, la Germania costruirà “rapidamente” due terminali di Lng a Brunsbuettel e Wilhelmshaven.
L’impresa promessa da Scholz non è di facile realizzabilità in tempi brevi. Intanto l’invasione russa dell’Ucraina rischia di infliggere un grave danno alla Germania, in qualche modo avallato dal cancellierato di Angela Merkel, generato da un errore marchiano e inatteso da parte della prima economia europea: il concetto di ‘diversificazione del rischio è noto a tutti da tempi biblici.