L'economia statunitense è cresciuta nel secondo trimestre a un ritmo più veloce di quanto inizialmente previsto. La stima del Dipartimento del commercio degli Usa è stata rivista al rialzo per il periodo aprile-giugno al 4,2%, leggermente superiore rispetto a quella precedente pari al 4,1%.
È la miglior performance trimestrale degli ultimi quattro anni e mette l'economia sulla buona strada per raggiungere l'obiettivo del governo Trump di una crescita annua del 3%. I nuovi dati hanno determinato una reazione immediata, positiva, sui mercati azionari di Wall Street.
Su base non annualizzata, l'economia è cresciuta dell'1% durante il trimestre, trainata dalle riduzione dell’importazione di petrolio e, soprattutto, dalla riforma fiscale che ha introdotto tagli alle imposte per 1,5 mld di dollari, contribuendo a stimolare la spesa dei consumatori dopo il forte rallentamento osservato nei primi tre mesi del 2018.
Ma, quello fiscale, è un intervento una tantum. E questo preoccupa gli economisti, che vedono comunque un'economia in difficoltà sulla produttività e con una lenta crescita della popolazione. Sono in molti a scommettere che nel secondo semestre l'economia statunitense si raffredderà per l'attenuamento della spinta fiscale. E per le crescenti politiche protezionistiche.
Le nuove stime indurranno, probabilmente, la Federal Reserve ad aumentare i tassi di interesse a settembre per la terza volta quest'anno. Ma la vera domanda è: cosa succederà l'anno prossimo?