Il Cile del 2023 è un paese chiaramente più prospero, rispetto al colpo di Stato di 50 anni fa. Tra i tanti indicatori, dal 1973 il Pil pro capite (in dollari costanti 2017) è aumentato di più di sei volte, e l’aspettativa di vita è cresciuta di quindici anni.
In termini relativi, il reddito pro capite è passato dal 14 al 49 per cento di quello Usa, e il gap nell’aspettativa di vita con l’Italia è diminuito da otto a cinque anni.
L’ingresso nell’Ocse, nel 2011, ha suggellato i progressi nel percorso di convergenza. La crescita del Pil è stata particolarmente forte nel 1990-2006, quasi il doppio che nel resto dell’America Latina, ma comunque molto più lenta che nell’Asia dell’Est.
Per altri versi, però, la struttura dell’economia non è cambiata molto. Livelli elevati di informalità, disuguaglianza di reddito e ricchezza persistono, anche a causa del fallimento della privatizzazione nel garantire pensioni degne per tutti.
L’industria è poco competitiva, sebbene il peso del rame nell’export continui a crescere (dal 39 per cento nel 1995 al 55 per cento di oggi).