Mercoledì 7 giugno l’Assemblea nazionale francese ha approvato il disegno di legge per la programmazione della spesa militare (lpm) 2024-2030, che dovrà essere validato in Senato entro metà luglio. Nei prossimi 7 anni Parigi si prefigge di investire nella difesa 413 miliardi di euro, cifra che supera di oltre 100 mld quella del periodo 2019-2025.
Il significativo investimento dovrebbe permettere di raggiungere entro il 2027 la soglia del 2 per cento del Pil, in linea con le richieste della Nato e con il processo di riarmo che sta coinvolgendo i paesi europei – con sforzi diversi e soprattutto non coordinati – in seguito all’inizio della guerra in Ucraina.
Oltre la metà della cifra complessiva sarà dedicata al mantenimento “in condizione di operatività” delle forze esistenti, ovvero principalmente al rafforzamento del meccanismo deterrenza nucleare (testate, sistemi di lancio e vettori), che rimane il fulcro della strategia militare francese.
In programma c’è anche la costruzione di una portaerei a propulsione atomica di ultima generazione, simbolo della proiezione marittima e in particolar modo indo-pacifica della Francia. A scapito del teatro di azione africano, in cui l’influenza di Parigi si è drasticamente ridotta negli ultimi anni.