Un deputato francese all'attacco delle lobby. Si chiama Delphine Batho, è un ex ministro dell'Ecologia, e ha recentemente lasciato il Partito socialista per assumere la guida di "Generation Ecology". Adesso accusa le industrie fitosanitarie di esser riuscite a conoscere un suo importante emendamento, che propone di bandire il glifosato, 90 ore prima dei suoi colleghi deputati.
L'Uipp, Union des industries de la protection des plantes, che include Bayer e Monsanto, ha “accesso alle informazioni contenute nel database interno dell'Assemblea nazionale pur essendo vietato”. È il “j’accuse” di Batho, che ha innescato l’immediata reazione della multinazionale tedesca, che ha respinto le accuse.
“La tesi sostenuta dalla Uipp contiene un errore di battitura presente nella versione iniziale del mio emendamento e ben prima di essere messo online sul sito dell’Assemblea nazionale”, spiega Batho, che poi aggiunge l’aspetto paradossale: la “Uipp ha potuto conoscere i contenuti 90 ore prima dei miei colleghi parlamentari”.
Rispetto al glifosato, contro cui Batho si scaglia, il governo francese ha assunto approcci contraddittori sul divieto del controverso erbicida. Il presidente francese si è impegnato a eliminarlo entro tre anni. Non sarà un tempo breve, ma è comunque meglio di quanto fatto recentemente dall’Ue, che ha deciso di rinnovare l’autorizzazione ad usare il glifosato per altri cinque anni.