La magistratura parigina ha aperto un'indagine in seguito alla presunta schedatura illegale di personalità francesi da parte di Monsanto.
Secondo il quotidiano Le Monde e la tv pubblica France 2, la multinazionale avrebbe compilato elenchi di giornalisti, scienziati e politici in base alla loro posizione sul glifosato, un pesticida ritenuto cancerogeno secondo alcuni studi scientifici, e sulla loro presunta disponibilità a essere influenzati.
I reati ipotizzati sono "raccolta di dati personali con mezzi fraudolenti o illegittimi", "registrazione di dati personali sensibili senza il consenso dell'interessato e il trasferimento illecito di dati personali”.
Secondo l'accusa, Monsanto aveva individuato 74 "obiettivi prioritari" suddivisi in quattro gruppi: gli "alleati", i "potenziali alleati da reclutare", le personalità "da educare" e quelle "da sorvegliare". Nel rapporto segreto vengono anche suggerite tecniche per isolare gli avversari politici, come l'ex ministra Ségolène Royal.
Il gruppo chimico tedesco Bayer, che ha acquisito Monsanto nel 2018, ha dichiarato di non essere a conoscenza dei file illegali, sottolineando che risalgono al 2016. Un momento chiave visto che la Commissione europea doveva votare proprio quell'anno sull'estensione dell'autorizzazione europea sugli erbicidi a base di glifosato.