La Francia si tinge di verde ed Emmanuel Macron incassa una sconfitta: il secondo turno delle municipali ha portato alla guida delle maggiori città del Paese sindaci verdi, sostenuti da coalizioni di centro-sinistra. Ma a vincere davvero è stato l’astensionismo, arrivato al livello di record del 60%.
Il partito di Macron, la République en Marche, nato nel 2016, che doveva rappresentare una sorta di laboratorio politico per il superamento del divario tra destra e sinistra, da allora non è mai decollato, in particolare a livello locale.
Il primo ministro, Edouard Philippe (che non è iscritto alla République en Marche), è stato confermato con il 58% dei voti a Le Havre, il comune della Normandia in cui si presentava per il rinnovo della carica di sindaco.
A Parigi Anne Hidalgo si avvia alla conferma contro le avversarie Rachida Dati (Républicains) e Agnès Buzyn (La République en Marche).
Michèle Rubirola, ecologista, medico nei quartieri poveri di Marsiglia, è riuscita a spuntarla nella seconda città del Paese.
Quanto a Lione, terza città di Francia, già feudo del macronismo (ricca e industriale), passa a un sindaco ecologista, Grégory Doucet, che prende il posto di Gérard Collomb, un tempo socialista e poi diventato una sorta di ‘padre’ politico per Macron.
Il presidente, che si è detto “preoccupato per il debole tasso di partecipazione” al voto, si accinge ora a un rimpasto nel governo.