“Potenza economica e militare occidentale nonché Paese sfavillante per via del lusso e dell’alta moda, la Francia è un bersaglio ideale per il terrorismo islamista”, spiega a poche ore dagli attacchi terroristici avvenuti in Francia lo scrittore e filosofo francese di origine polacca Marek Halter, 84 anni.
L’intellettuale riuscì a fuggire assieme alla sua famiglia dal ghetto di Varsavia nel 1940, e negli ultimi decenni è stato protagonista di tante battaglie per la pace e per il rispetto dei diritti umani.
Ma Halter non lesina critiche all’Eliseo. “Il presidente è diventato di fatto l’avvocato delle vignette contro Maometto offrendo il fianco a Erdogan”, dice.
Così il duro scontro sull’asse Ankara-Parigi ha finito per esarcebare il confronto tra uno stato laico, un elemento distintivo dello Stato francese, e l’integralismo islamico.
“Il laicismo è la nostra forza, ma con Charlie Hebdo l’Eliseo ha sbagliato”, accusa senza mezzi termini Halter.
Intanto l’Islam radicale rialza la testa nel Paese meno fondamentalista, la Tunisia. E non a caso è partito da qui l’attentatore di Nizza.