È una ferita che non si è mai rimarginata. Dopo sessant’anni, sulla guerra d'Algeria, il lungo e cruento conflitto tra l’esercito francese e gli indipendentisti del Fln (Front de libération nationale), non c’è ancora una lettura consensuale.
Durante la campagna elettorale Emmanuel Macron aveva riconosciuto eccidi e massacri attribuiti alla Francia parlando di “crimini contro l’umanità”. Lo storico Benjamin Stora, specialista della storia contemporanea dell’Algeria, è stato poi incaricato dal Presidente di fare un rapporto con proposte per superare la “battaglia delle memorie” che ha provocato una serie di traumi ancora vivi.
Non sono in vista scuse né pentimenti da parte del capo di Stato, come chiede invece il governo algerino. Il rapporto dovrebbe invece permettere di avanzare per “guardare in faccia la Storia” come dicono all’Eliseo, e costruire una “memoria condivisa e pacificata”. Il rapporto chiede la declassificazione negli archivi francesi dei documenti segreti che risalgono a quella tragica epoca. Al tempo stesso, prosegue il rapporto, gli storici dovrebbero ad esempio fare luce sui rapimenti e l’uccisione di europei ad Orano nel luglio 1962.