Nessuno farà la fine della Grecia. Dunque, niente troika, austerità, condizionalità. Servono, invece, “soluzioni rapidissime, aiutare i Paesi più colpiti dal coronavirus velocemente, senza burocrazia e con piani sufficientemente generosi”. Su questi punti, e sul fatto che il Fondo salva Stati (Mes) sia lo strumento più rapido, il ministro delle Finanze Olaf Scholz (Spd) e il capo della Spd, Norbert Walter-Borjans, sono d’accordo (si legge in una lettera al gruppo parlamentare del partito che Repubblica ha avuto modo di visionare).
I due leader socialdemocratici sottolineano anche che i fondi erogati a Stati come Italia o Spagna, i più colpiti dalla crisi, “non debbano essere vincolati a condizionalità superflue, che costringerebbero questi Paesi a precipitare in una politica di austerità post crisi finanziaria”.
Il Mes, argomentano Scholz e Walter-Borjans, dà la possibilità di erogare immediatamente fondi, che dovrebbero essere distribuiti “limitandoli alle necessità derivanti dalla crisi da coronavirus”.
In pratica, la condizionalità sarebbe la destinazione mirata alle conseguenze della pandemia. Visto che i provvedimenti attuati da qualunque governo sono facilmente ascrivibili alla voce ‘Covid-19’, il tutto si traduce, di fatto, in nessuna condizionalità.
Lo scenario che si va profilando è: ‘no’ ai coronabond, ‘sì’ al Mes senza condizionalità reali. Che è poi quello che aveva chiesto Conte, in un’intervista a una Tv tedesca, in alternativa ai bond.