Un messaggio chiaro, quello che la Germania ha deciso di lanciare attraverso le parole dei ministri degli Esteri e delle Finanze (rispettivamente, Heiko Maas e Olaf Scholz) su cinque giornali di cinque paesi membri, i più colpiti dalla crisi del coronavirus e quelli con maggiori aspettative in vista dell’incontro dell’Eurogruppo di martedì.
I due leader ammettono i ritardi iniziali e riconoscono che “in un primo momento la risposta europea non è stata convincente”. Ma ora la Germania è pronta a fare la sua parte – assicurano i ministri tedeschi Maas e Scholz – non solo sostenendo la proposta di allentare i criteri del patto di stabilità, ma anche quella di estendere il programma di acquisto di titoli di Stato e di stanziare somme miliardarie provenienti dai fondi straordinari del bilancio dell’Ue.
Oltre a tutto questo, per stabilizzare i Paesi più colpiti dalla crisi, la proposta di Maas e Scholz è quella di provvedere a “sufficiente liquidità in tutti gli Stati Ue” in modo da non far dipendere “la tutela dei posti di lavoro dagli umori degli speculatori”. L’importante è che i mezzi finanziari non siano vincolati “a condizioni inutili”, pena “la ricaduta nella politica dell’austerità”che “porterebbero a una disparità di trattamento di singoli Stati membri”.
Nel vertice del 7 aprile molto si giocherà sulla definizione esatta di quelle “condizioni inutili”. E su un’altra frase dei due ministri: il Meccanismo Europeo di stabilità mette a disposizione questi mezzi, “senza bisogno di troika, controllori o commissioni”, ma va adeguato “in modo ragionevole”. Il problema è proprio quel ‘ragionevole’ che sembra confermare l’apertura verso il Mes (anche se non sottoposto di fatto ad alcuna condizione)e, indirettamente, il ‘no’ ai coronabond.