La Cina ha deciso di imporre restrizioni all’esportazione di alcuni prodotti a base di gallio e germanio a partire dal primo agosto per proteggere gli interessi di sicurezza nazionale.
I minerali di germanio sono rari e la maggior parte del germanio viene realizzata come sottoprodotto della produzione di zinco e dalle ceneri volanti di carbone.
La Cina può contare su circa il 60 per cento del germanio prodotto a livello mondiale, secondo l’Associazione europea Critical Raw Materials Alliance (CRMA), mentre il resto proviene da Canada, Finlandia, Russia, e Stati Uniti. Nel 2022, la seconda economia al mondo ha esportato 43,7 tonnellate di germanio (considerando sia quello grezzo che lavorato), secondo le dogane cinesi.
Il germanio è utilizzato principalmente nelle fibre ottiche e nelle materie plastiche, nonché nelle radiazioni infrarosse. Il metallo e i suoi ossidi sono utilizzati in applicazioni militari come dispositivi per la visione notturna e sensori di immagini satellitari.
E il gallio? Si trova in tracce nei minerali di zinco e nella bauxite, e il gallio metallico viene estratto durante la lavorazione della bauxite per produrre alluminio. Circa l’80 per cento è prodotto in Cina. Il gallio è usato per produrre l’arseniuro di gallio per essere utilizzato in elettronica. Solo poche aziende - una in Europa e le altre in Giappone e Cina - sono in grado di ottenere la purezza richiesta. Pechino ha esportato 94 tonnellate di gallio nel 2022, in aumento del 25 per cento rispetto all’anno precedente.
I semiconduttori realizzati con arseniuro di gallio anziché silicio possono funzionare a frequenze più elevate e sono resistenti al calore, secondo la società statunitense Wafer World. Producono anche meno rumore dei dispositivi al silicio, specialmente ad alte frequenze operative, rendendoli utili nei radar e nei dispositivi di comunicazione radio, nei satelliti e nei Led.