Negli ultimi anni, le società energetiche hanno scoperto una serie di importanti riserve di gas nel Mediterraneo orientale. Lo sviluppo delle risorse offshore sta così ridisegnando le dinamiche politiche ed economiche dell’area.
All'inizio di quest'anno, ExxonMobil, insieme a Qatar Petroleum, ha trovato un importante giacimento di gas al largo della costa di Cipro. Il che ha attirato l’attenzione degli Stati Uniti, favorevoli ad una maggiore cooperazione tra Israele, Cipro e Grecia nello sviluppo delle riserve come misura per contrastare sia la crescente influenza russa nel Mediterraneo orientale, sia l’obiettivo della Turchia di condividere con Atene il gas di Cipro, dove entrambi vantano uguali diritti sulle risorse energetiche dell’isola.
La mossa segna il ritorno del coinvolgimento diretto degli Usa in una regione che vede protagonista la Russia. Alcuni funzionari a Washington e in Europa vedono lo sviluppo dei giacimenti di gas del Mediterraneo orientale come una potenziale fonte di energia alternativa alle importazioni di gas da Mosca, attraverso quello che viene chiamato il gasdotto East Med, che potrebbe collegare Israele e Egitto a Cipro e Grecia, fino all’Italia e agli altri paesi europei.
Ma i piani statunitensi potrebbero essere messi a repentaglio dalla Turchia, che ha occupato la parte settentrionale dell’isola nel 1974. Le relazioni, sostenute da Washington, tra Israele e la parte ellenica di Cipro esclude di fatto Ankara dalla partita. Il che porterà nuove entrate ma allontana il processo di riunificazione dell’isola. Per i ciprioti, invece, il gas potrebbe avere un significato soprattutto se contribuisse a chiudere la ferita aperta 45 anni fa.