Se gli Stati Uniti inaspriscono le regole e le tariffe nei confronti della Cina, Pechino si rivolge verso un’altra superpotenza, anch'essa in perenne tensione con Washington. Oggi, in video collegamento, rispettivamente da Sochi e da Pechino, il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo cinese Xi Jinping, hanno inaugurato il gigantesco gasdotto "Forza della Siberia", costruito dal colosso energetico russo Gazprom in soli 4 anni.
La firma dell’accordo risale al 2014, all’indomani della crisi in Ucraina, che causò le sanzioni occidentali alla Russia.
Il gasdotto farà entrare nelle casse di Mosca 400 miliardi di dollari in 30 anni, e porterà ogni anno in Cina, assetata di fonti energetiche, 38 miliardi di metri cubi di gas naturale dai giacimenti siberiani. Il collegamento attuale è di circa 3000 km, ma raggiungerà i 5000, perché a fine lavori porterà il gas direttamente a Shanghai.
A 70 anni dall’inizio delle relazioni bilaterali tra Mosca e Pechino i due paesi mettono a segno un risultato importante. Putin ha parlato di “un evento storico”, mentre Jinping ha evidenziato che “le relazioni Cina-Russia stanno entrando in una nuova era” e che il gasdotto è stato un “esempio di profonda integrazione e cooperazione reciprocamente vantaggiosa”.
Quando il gasdotto raggiungerà la piena capacità, ovvero nel 2025, la Cina (che ad oggi è il quinto paese importatore di gas a livello globale) potrebbe diventare il cliente n.2 per Mosca dopo la Germania, che solo nel 2018 ha acquistato 58,5 miliardi di metri cubi di oro blu dalla Russia.