La guerra dei prezzi sul mercato del petrolio entra in una nuova fase, con i sauditi che si preparano a riversare sul mercato 2,6 milioni di barili al giorno in più: una quantità di greggio enorme proprio mentre i consumi stanno crollando a causa del coronavirus.
L’annuncio è arrivato da Saudi Aramco: dal 1° aprile le forniture saliranno dagli attuali 9,7 mbg a ben a 12,3 mbg, un aumento del 25% da un mese all'altro, che sarà ottenuto anche attingendo alle scorte.
La decisione è in parte una conseguenza dei super sconti (dei giorni scorsi) sui prezzi di listino offerti da Riad, che secondo indiscrezioni avrebbero spinto alcuni raffinatori a incrementare del 30-50% gli ordini di greggio saudita (a scapito di forniture da altri paesi).
Anche l’Iraq ha nel frattempo tagliato i prezzi di listino. Ai clienti europei Baghdad offre uno sconto di 4-5 dollari al barile ad aprile rispetto a marzo, mentre negli Usa il prezzo scenderà di 2,5-3 dollari al barile.
La Russia - ex alleata dei sauditi – ha reagito, anche se Mosca non ha la stessa capacità di Riad in termini di aumenti di produzione. Ma il Cremlino può difendere le entrate facendo crollare il rublo, mentre la moneta saudita è agganciata al dollaro. Il ministro dell’Energia russo, Alexandr Novak, ha annunciato che il suo Paese si accinge ad aumentare ai massimi la produzione di greggio: ci sarà un incremento di 300 mila bg.